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Modelli di welfare: come rispondere ai bisogni

     I servizi sociali come osservatorio privilegiato delle nuove politiche

 

Liceo Classico L. Ariosto Ferrara - Indirizzo di Scienze sociali

Classe 4R - Anno scolastico 2003/04

PROGETTO DI STAGE FORMATIVO

 

Se ascolto dimentico
Se vedo ricordo
Se faccio capisco
Proverbio cinese

 

 

Il tema che viene affrontato nel biennio conclusivo dell’indirizzo di scienze sociali è il rapporto individuo-istituzioni con particolare riferimento ai problemi dell’emarginazione e dell’inclusione nella società complessa.
Dall’anno scolastico 1986-87 lo stage formativo si colloca nel quadro giuridico-istituzionale del Protocollo di Intesa tra Provveditorato agli Studi, Comune di Ferrara e USL 31 che definisce gli ambiti di competenza e di collaborazione reciproca.
Si decide di riproporre il modello di stage sperimentato negli ultimi anni per i risultati positivi che ha prodotto, ma integrato nelle finalità e nelle modalità organizzative dalle opportunità offerte dal modello dell’autonomia, che consente l’utilizzazione fino al 15% del monte-ore annuale del Consiglio di classe unita alla necessaria flessibilità della gestione oraria.
Tale integrazione va nella direzione di dilatare il tempo dell’esperienza di stage per mettere a fuoco gli aspetti di orientamento e di conoscenza più articolata dell’organizzazione dei servizi.

 

IL SENSO DEL PROGETTO

La riproposizione di questo Progetto, sostanzialmente identico nelle sue linee di fondo, è frutto di una sperimentata programmazione che ha interessato i quarti e quinti anni di corso, focalizzata sui temi della modernizzazione e sulle prospettive da questa aperte. Per questo motivo i soggetti coinvolti possono appartenere a classi e ad anni di corso differenziati, perché inseriti nella stessa cornice di riferimento concettuale.
Si tratta quindi di un percorso biennale attorno al tema della modernità-contemporaneità, costitutivo dell’indirizzo di scienze sociali. Il fuoco si concentra sulle caratteristiche e le contraddizioni di un mondo che, secondo le più recenti pubblicazioni, può definirsi postmoderno. Pensiamo alla "crisi" di forme di organizzazione, tipiche dell’Ottocento e del Novecento del lavoro, della politica, dell’economia, del tempo, dello spazio, dello stato che puntavano a ricondurre la diversità entro un unico modello. La contemporaneità pare invece connotata da processi che potremmo descrivere con alcuni termini come mondializzazione, globalizzazione, organizzazione, complessità, flessibilità, da una perdita di identità collettiva, ma insieme anche da un bisogno di riconoscimento di specificità più individuali, culturali o etniche che sociali.
La contemporaneità, tuttavia, ripropone con forme diverse i problemi ereditati dal passato: la disuguaglianza, l’esclusione e l’inclusione, ma li inserisce in un sistema-mondo che impone la capacità di ripensarli in termini di flessibilità e di individualizzazione delle risposte.
Il settore individuato appartiene quindi ad un contesto di profonda revisione dello stato sociale i cui esiti riportano in primo piano il problema del reale esercizio del diritto all’assistenza mentre le politiche sociali in Italia paiono da sempre contrassegnate da incertezza circa la reale legittimità e opportunità di intervento. Se questa è una caratteristica propria della tradizione culturale italiana, nell’ultimo periodo in particolare osserviamo un aggravarsi delle condizioni di vita a fronte di un ampliamento delle richieste e dei bisogni.

" Tutto ciò ha fatto sì che in Italia, più che in altri paesi, sia stato e sia più facile ricorrere all'evocazione della solidarietà familiare come soluzione dei dilemmi del Welfare (...) " (Barbagli, 1997)

I Servizi risentono in modo amplificato di questo stato di cose perché alla consapevolezza di limiti nella applicazione della legge di riforma sanitaria si aggiunge una crisi di credibilità che tocca l’Assistenza, ma attraversa tutte le istituzioni.
Riteniamo che il Progetto possa rappresentare punto di riferimento e mappa di orientamento per insegnanti e studenti, per cercare di comprendere lo ‘stato dei servizi’.
Questo impianto dovrebbe favorire un atteggiamento aperto e problematico nei confronti delle conoscenze che via via si costruiranno e delle realtà osservate.
Questa attenzione ci sembra particolarmente necessaria in una fase della formazione in cui gli allievi stanno procedendo verso la consapevolezza dei propri diritti e la acquisizione di una propria collocazione nel ‘mondo’.

 

OBIETTIVI FORMATIVI

Lo stage formativo è strettamente legato al curriculum dell’Indirizzo Sociale in quanto concorre alla definizione del profilo pre-professionale caratterizzato da conoscenze e competenze spendibili nell’ambito dei lavori di cura, di intervento e di organizzazione sociale.
All’interno del percorso scolastico rappresenta il richiamo alle dimensioni operativo-pragmatiche. Coniuga il sapere e il fare, implica una riflessione sull’esperienza e quindi processi di pensiero sul proprio fare. Consente il soggetto una riflessione su se stesso, sulle proprie capacità relazionali, sulla realtà sociale e lavorativa e lo orienta rispetto alle scelte future di studio e professionali.
In questo senso lo stage rappresenta un’occasione formativa unica e offre agli studenti "la possibilità di sperimentarsi in una situazione che ha le caratteristiche della realtà, pur senza esserlo".

 

PERCORSO DI LAVORO

Attività di organizzazione: Ottobre-Novembre

  • Progettazione delle linee generali dello stage formativo
  • Accordi preliminari con i responsabili e gli operatori dei servizi
  • Stesura e presentazione del Progetto
  • Procedure burocratiche

Fase di studio: Novembre-Febbraio

Insegnanti di Scienze sociali, di Diritto Economia, di Storia
Esperti esterni Responsabili dei servizi, operatori
La nascita del Welfare State e la sua crisi
Le prospettive di riforma del Welfare
Studenti Approfondimenti su temi circoscritti – ricerca di biblioteca, lavoro di gruppo, approfondimento individuale:
minori Paola Bocchi, Lucia Covoni, Martina Vancini
salute mentale EriKa Albieri, Letizia Bencivelli, Valentina Carrieri, Sara Leoni, Eleonora Mazzoni, Erica Melandri, Monia Masperi, Martina Montagnana, Ambra Rinaldi, Sara Sanguinetti, Silvia Squarzanti
migrazione Alice Baglioni, Nicola Bonora, Elena Freddi
anziani Mauro Biasiolo, Elisa Borghi, Valentina Cantoni, Ilaria Geminiani, Rachele Fortini, Sonia Randi
handicap Irene Del Principe, Lisa Magri, Elisa Mingozzi, Stella Rosini, Lucia Trida

Esperti esterni Febbraio- Marzo

4 o 5 incontri sui seguenti settori:

  • il servizio: trasformazioni e organizzazione attuale, handicap, minori, migrazione, salute mentale
  • i riferimenti nella normativa
  • descrizione dell’attività di ogni servizio
  • preparazione all’intervento diretto

In questa fase si costruisce gradualmente il quadro concettuale. Si ricompone il percorso delle trasformazioni storiche relative ad alcuni settori e si fa una ricognizione del contesto giuridico, si introducono le componenti teoriche del tema e si approfondiscono alcuni percorsi.

Fase di Osservazione partecipante: Marzo-Aprile
Le/gli allievi, organizzati in piccoli gruppi e in sospensione della normale attività didattica fanno un’esperienza di osservazione e di pratica presso i Servizi.

Fase di Valutazione e certificazione: Aprile-Maggio
Individualmente le/gli studenti concludono le riflessioni personali sull’intera esperienza
Nel piccolo gruppo elaborano la stesura definitiva del dossier.

Valutazione dei livelli di apprendimento
Nell’ambito delle suddette attività gli insegnanti hanno l’occasione di verificare i livelli di apprendimento su una griglia di competenze sulla base dei seguenti criteri:


• valutazione dell’esperienza delle studentesse e degli studenti

 

Lo stage ha scopo formativo e orientativo, perciò gli elementi da considerare nella valutazione riguardano la sua capacità di ‘muoversi’ nei diversi momenti dello stage: la fase teorica, quella in situazione e quella rielaborativa e di riflessione.
Pertanto gli elementi di valutazione saranno:

  1. il dossier conclusivo dell’esperienza: l’impianto teorico e progettuale ricavato da quello generale, la descrizione dello stage, la ri-visitazione e la riflessione sull’esperienza (da affidare al tutor e ai docenti delle discipline coinvolte, mentre la descrizione dell’esperienza diretta potrebbe essere valutata dal tutor esterno);

  2. il comportamento nell’esperienza (da parte della scuola e di partner esterni)
    • motivazione, interesse e disponibilità all’impegno
    • costanza di presenza e di impegno
    • responsabilità nell’assumere il carico di lavoro
    • disponibilità a lavorare in gruppo
    • flessibilità
    • capacità di osservazione

  3. Una griglia di possibili competenze da perseguire
    • sapere ricercare strumenti e materiale bibliografico inerente ai temi del settore
    • sapere come contattare persone, esperti, enti, istituzioni, ecc...
    • sapersi inserire e rapportare alle diverse situazioni in maniera adeguata e propositiva
    • sapersi relazionare col gruppo, con gli insegnanti, con gli esperti
    • sapere acquisire progressivamente autonomia di lavoro
    • saper affrontare situazioni nuove e impreviste
    • saper organizzare una rielaborazione
    • saper trovare forme efficaci di comunicazione dei risultati
    • saper gestire un confronto pubblico
    • saper produrre contributi personali e originali


Attività di diffusione e certificazione
Si prevede un incontro conclusivo con gli insegnanti e gli operatori per discutere sull’esperienza.
Negli ultimi giorni di scuola si organizza un incontro tra tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito alla realizzazione dell'esperienza. Sono invitati i genitori, il Dirigente Scolastico, gli operatori, gli amministratori, i responsabili di settore. Qui si presentano i dossier e si riflette a più voci sia sui risultati complessivi, ma anche sulla chiave interpretativa del progetto, sui problemi, le difficoltà e, di nuovo, si mettono a confronto prospettive diverse. In questa sede gli/le studenti diventano protagonisti più attivi, cioè guidano la discussione ed esprimono posizioni.
Si consegnano gli attestati in forma ufficiale e si attribuiscono le borse di studio-lavoro estivo.

 

METODOLOGIA

Lo stage, oltre la valenza formativa e culturale che porta con sè, introduce una modalità di studio in cui per alcune fasi si rompe il rapporto tradizionale alunno-insegnante e il sapere diventa un risultato costruito insieme nel senso che le conoscenze acquisite in classe trovano riscontro e verifica soprattutto nelle situazioni in cui lo studente si troverà solo, fuori della scuola, a contatto con la realtà concreta delle cose studiate sui libri. L'insegnante riceverà conferma dagli studenti e con loro dovrà misurarsi per 'ricomprendere' le questioni affrontate. Si tratta quindi di un percorso che vede gli studenti spesso protagonisti e autori delle conoscenze e gli insegnanti diventare partner a volte degli studenti, a volte degli operatori. Una conoscenza costruita in questo modo richiede flessibilità da parte di tutti, prudenza nei giudizi e disponibilità a rivedere le acquisizioni via via raggiunte. Ne consegue una ridefinizione dei ruoli che studenti e insegnanti dovranno svolgere:

Fase organizzativa
Le/gli insegnanti progettano, prendono accordi con gli operatori e si occupano di tutta la parte burocratico-organizzativa. Presentano il Progetto alla classe, al Consiglio di classe, ai genitori.
Le/gli studenti cercano di 'entrare' nella prospettiva del Progetto e lo assumono come filo conduttore del percorso dello stage.

Fase di studio
Le/gli insegnanti introducono i riferimenti concettuali e le componenti teoriche del tema oggetto di analisi, trattano alcuni problemi e approfondiscono alcuni percorsi.
Le/gli studenti gradualmente si costruiscono una mappa di riferimento sia rispetto al tema, sia rispetto alle prospettive disciplinari, sia rispetto al settore di intervento nel tirocinio pratico. Hanno così l'opportunità di chiarirsi circa la reale comprensione dei problemi e delle relazioni interne. Inoltre, devono preparare gli incontri con gli operatori prevedendo, rispetto al tema dell'incontro, quali conoscenze precedentemente acquisite potrebbero essere utili per fare domande o per intervenire in modo significativo. In queste operazioni l'insegnante svolge un ruolo di sostegno e di controllo. In questo processo si viene progressivamente definendo il gruppo relativo al settore che diventerà oggetto di osservazione; esso diventerà riferimento principale del singolo e dell'insegnante e procederà verso un’autonomia sia di organizzazione interna sia di ricerca al fine di preparare una scheda conoscitiva del servizio.

Fase di osservazione
Le/gli studenti sono in situazione e di volta in volta dovranno prendere decisioni sui comportamenti più adeguati, sull'uso delle conoscenze acquisite. Si organizzano in modo autonomo, tuttavia comunicano alla coordinatrice ogni variazione rispetto al piano concordato con l’ente esterno, così da essere sempre reperibili e controllabili, anche dai genitori, ma si muovono liberamente dentro e fuori la città. Tengono un diario di bordo.
Le/gli insegnanti sono a disposizione per sostenere gruppi o singoli in difficoltà, per garantire la comunicazione fra i gruppi, per aiutare gli studenti a 'decantare' le impressioni e ricomporre le emozioni.

Fase di riflessione
Le/gli studenti stendono relazioni, ordinano i materiali, scrivono riflessioni.
Le/gli insegnanti controllano la produzione scritta, indicano i criteri di costruzione del dossier conclusivo e garantiscono una certa omogeneità di lavoro tra i gruppi.

Fase conclusiva
Studenti e insegnanti organizzano una tavola rotonda con gli insegnanti del Consiglio di classe, studenti del corso di scienze sociali, operatori dei servizi e responsabili della ASL.

 

L’insegnante di scienze sociali
Lucia Marchetti Referente

 

 

UNA METAFORA SULLO STAGE FORMATIVO

Per essere più chiara faccio ricorso paradossalmente ad una metafora.

"Il tirocinio potrebbe essere una sorta di viaggio organizzato in un paese sconosciuto o anche soltanto una visita guidata ad un castello, ad un palazzo, ad una fabbrica. Il viaggio o la visita vengono predisposti affinché chi ha manifestato degli interessi di conoscenza possa prendere contatto, possa rendersi conto di persona. E' opportuno che non vada in giro da solo, perché ha poco tempo a disposizione, perché non è molto esperto, perché non conosce la lingua, perché il territorio, il castello o la fabbrica, presentano delle insidie. Il viaggio deve essere preparato da qualcuno che conosce bene il paese e non solo perché ci vive, qualcuno cioè che lo ha esplorato e studiato, che sa di storia, di arte, di geografia, di economia... E deve essere preparato anche immaginando interessi e curiosità, esigenze e domande dei visitatori: verranno così costruiti dei percorsi a tappe, verranno previste soste per apprezzare luoghi e monumenti più significativi, verranno proposti itinerari alternativi, verranno ipotizzati anche dei tempi liberi, che il visitatore potrà gestirsi anche in modo autonomo. Se questi viaggi sono dei pacchetti standard proposti da agenzie poco qualificate, anche i visitatori sono praticamente impacchettati e trasportati da un albergo all'altro e non hanno di fatto alcun rapporto con il paese che visitano: tutto è filtrato dall'agenzia che suggerisce perfino l'acquisto delle cartoline. Se invece, per andare all'estremo opposto, il viaggio è inteso come avventura culturale ed umana, i riferimenti saranno minimi, le istruzioni limitate, ci si arrangerà via via, si decideranno contestualmente gli itinerari, sopportando inevitabilmente ritardi, disagi, situazioni spiacevoli.
Il viaggio più istruttivo sarà piuttosto quello in cui viene messo a punto un itinerario preciso, anche abbastanza limitato, con dei tempi programmati in modo tale da consentire ai singoli di prendere delle iniziative, di provare a girovagare da soli, di fermarsi a comunicare con qualcuno, di fare l'esperienza di uscire dai percorsi turistici ufficiali, di entrare nelle case, di assaggiare i cibi. Questo tipo di viaggio è praticabile da viaggiatori che siano preparati, che abbiano atteggiamenti abbastanza attivi e che siano anche disposti a subire le conseguenze di qualche contrattempo e la delusione di qualche esplorazione non soddisfacente. Sarà compito di chi organizza il viaggio mettere a disposizione mezzi di trasporto differenziati, sostegni e facilitazioni varie, interventi di riparazione e di recupero oltre che predisporre lo schema generale dei tempi e delle varie tappe".

 

 

Ferrara, Ottobre 2003

 

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